New York - Chinatown e Merchant's House Museum

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agosto 2019

Lasciato ferragosto alle spalle partiamo alla volta di Chinatown.
Per chi non lo sapesse è adiacente al quartiere di Little Italy e le due culture, seppure molto separate geograficamente, qui convivono quasi sotto lo stesso tetto.

E quindi troverete una pagoda accanto al ristorante “Da Nico”.


Chinatown, un ottimo modo per far conoscere ai bambini il variegato patrimonio culturale americano


Cerchiamo di lasciarci alle spalle l’italica offerta per approfondire e capire meglio quella orientale.
Sembra davvero di essere in Cina: questa è l’unica lingua presente qui, sia parlata che scritta e i prodotti presentati sembrano venire da un altro pianeta.

La mattinata è davvero molto afosa e toglie il respiro; ciò che vediamo non ci entusiasma più di tanto e optiamo per andarcene altrove.

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banchetto a chinatown


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La casa museo di Seabury Tredwell


In pochi passi arriviamo alla casa di Seabury Tredwell.
Seabury era un commerciante di 18 anni arrivato a New York ad inizio 1800 con tanta buona volontà e qui fece successo come commerciante.
Con questa ricchezza costruì questa abitazione per se e la sua famiglia di sette figli.
Non c’era ancora il mio blog all’epoca ma mi piace pensare che a sua moglie sarebbe piaciuto!

Non l’abbandonarono mai, provvedendo a rinnovarla e manutenerla, e la loro famiglia visse qui per quasi 100 anni.
Oggi è un museo molto famoso, il Merchant’s House Museum ed è una delle 3 case rimaste originali nella Grande Mela.
Sta lottando per sopravvivere auto finanziandosi con i proventi delle visite.
Se potete, andare a vedere questo piccolo gioiellino, se non altro per aiutare un luogo dove ha vissuto una famiglia numerosa ed unita.

Tutti gli arredi sono originali e funzionanti, fino alle cose più piccole e di uso comune come, ad esempio, il sistema di campanelli a filo utilizzato per chiamare la servitù.

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Degno di nota il piccolo cortile interno, posto sul retro dell’abitazione; un'oasi di pace dove sembrava naturale e spontaneo aver un buon libro sulle gambe da leggere.

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Washington Square Park, lo spazio verde universitario dove rilassarsi con i bambini


Usciti dalla Merchant’s House, che per le sue comunque ridotte dimensioni non occupa più di un’ora per l’intera visita, sulla cartina notiamo un parco non lontano da dove siamo: il Washington Square Park.
Facciamo correre un po’ le bimbe… è il pensiero che ci viene.

Arriviamo in men che non si dica, attraversando la splendida zona studentesca della New York University.
Una capatina veloce in un mini market adiacente al dormitorio dei ragazzi ci fornisce frutta fresca in abbondanza (no, New York non è solo hamburger e hotdog) e un’improbabile bevanda proteica per Jonny che abbandonerà [disgustato] dopo il primo sorso.

La ricerca di una panchina dove consumare il cocomero già tagliato che ci aspetta, ci fa incontrare questo signore che, con una gentilezza di altri tempi e un italiano perfetto, ci fa accomodare accanto a lui.
Incuriosito dalla nostra presenza in quel parco, ci presentiamo.
In men che non si dica ci troviamo completamente coinvolti e rapiti dal racconto della sua vita.

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Gino Musso, questo il suo nome, ci narra di come viva a New York da orami 40 anni.
Ci spiega che i suoi figli sono cresciuti in questo parco ma soprattutto ci racconta del grande amore della sua vita, la moglie Sabine, scomparsa da pochi mesi.
Ci emoziona moltissimo vedere i suoi occhi diventare lucidi e la voce spezzarsi al solo nominarla.

Ancora oggi passeggia con una busta, nella tasca sinistra dei pantaloni, in cui conserva i ricordi più importanti della loro storia. “Ogni tanto me li rileggo“, ci confida.
Sabine era francese e lui aveva studiato per lavorare nei ristoranti.
Tra mille vicissitudini, il lavoro delle sorelle di lei all’ambasciata, mille viaggi in nave come mozzo avanti e indietro tra Europa e Stati Uniti e gli incontri impossibili, uno dopo l’altro, appaiono foto, memorie e, addirittura, un radiogramma. 

Ammetto che nemmeno sapevo cosa fosse.
Lei gli aveva scritto, quando lui era sulla nave, del desiderio di essere chiamata per incontrarlo. Sabine apparteneva ad una famiglia composta da 15 figli.

Gino prese in gestione un ristorante, il Captain’s Table, con un socio.
Ci racconta che avevano talmente pochi soldi che partirono senza cambiarne il nome perché non potevano permettersi un’insegna nuova.
Presto i locali diventarono due e gli affari andarono bene.

Un quotidiano locale ha recensito il loro locale e lui ci ha tenuto fortemente che nell’articolo risaltasse e fosse riconosciuta quanto la presenza della moglie fosse fondamentale per il buon andamento della loro attività.

Ringraziandolo tantissimo per l’infusione di ricordi che ci ha trasmesso, abbiamo chiuso la giornata guardando le nostre bimbe giocare nel parco con gli scoiattoli, pensando a quell’amore vero ed eterno che, seppur nascosto tra questi grattacieli, esiste e respira ancora intorno a noi.

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INFORMAZIONI UTILI:


Il Merchant's House Museum è aperto giovedì, venerdì, sabato e domenica.
A mezzogiorno potete approfittare di una visita guidata (60-75 minuti) al costo di 20$ a testa.
Fate sempre riferimento al sito!

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